logo COL SORRISO SULLE LABBRA

Scrollando giù il mouse fino a dove visualizzerete il manifesto della Quinta edizione de Con Il Sorriso Sulle Labbra, insieme a Giulia Guastella e Andrea Bianchi, potrete leggere le mie riflessioni e vedere foto e video della mia esperienza in Polonia lo scorso luglio e al Kikki Village a fine settembre, nell'ambito del Progetto Erasmus , vissuto insieme ad alcuni rappresentanti dell'ASP Ragusa.

By scrolling down the mouse until you see the poster of the fifth edition of Con Il Sorriso Sulle Labbra, together with Giulia Guastella and Andrea Bianchi, you can read my reflections and see photos and videos of my experience in Poland last July and at Kikki Village at the end of September, as part of the Erasmus Project, lived together with some representatives of the Provincial Health Authority of Ragusa.

“Con il sorriso sulle labbra” ha beneficiato, grazie al Dr. Salvatore Guastella e alla Dott.ssa Roberta Arnone, Dirigente Amministrativo presso il Servizio di Internazionalizzazione e Ricerca dell’ASP RG, del placet europeo nell’ambito dello scambio di “Buone Pratiche” in un Progetto Erasmus dell’Unione Europea che si svolgerà entro marzo 2023.

Clicca su questo link per la foto che ritrae i partecipanti all’incontro svoltosi lo scorso 23 giugno presso l’Avis di Ragusa per la presentazione del Programma Erasmus de Con Il Sorriso Sulle Labbra insieme agli amici polacchi della Stowarzyszenie Zwierzeta Ludziom

 “Con il sorriso sulle labbra” ideato da Roberto Farruggio della RF Comunicazioni di Ragusa, è un progetto formativo nel settore sanitario (che si può estendere anche ad altri settori del mondo del lavoro) che consta di due percorsi tra loro intimamente intrecciati.  Il primo è costituito da seminari inaugurati e condivisi insieme ad ASP RG nell’ottobre del 2019. Il secondo riguarda il mondo del Teatro e si svolge quasi in parallelo con i seminari.
L’obiettivo dei seminari, come ogni volta, è di accrescere il benessere di medici, dipendenti ospedalieri, di operatori e addetti nell’ambito della professione sanitaria svolta. Si persegue negli incontri attraverso la narrazione e l’ascolto di storie di cui sono protagonisti i partecipanti e nelle quali stress, sofferenza, difficoltà di relazioni tra le varie figure caratterizzino le storie narrate. Per mezzo della presenza poi di psicologi, come la Dr.ssa Letizia Drogo, Dirigente Psicologo dell’U.O.S. Formazione e ECM dell’ASP Ragusa e l’intervento di attori e professionisti del mondo dello spettacolo (fanno parte del gruppo dei Tutor l’attrice Francesca Nunzi, di Roma, l’attore Marco Simeoli (di Napoli), il pianista Andrea Bianchi (di Roma) -questi ultimi sono nati e/o hanno collaborato nel e con il M° Gigi Proietti), l’attore Cesare Biondolillo del Teatro Biondo di Palermo e la giovane attrice ragusana Giulia Guastella che si sta perfezionando presso L’Officina Pasolini diretta da Massimo Venturiello e Tosca a Roma, si entra nel secondo percorso del progetto. La presenza dei Tutor infatti si collega all’ulteriore obiettivo di analizzare le storie narrate alla ricerca di immancabili (il più delle volte) spunti ironici, ilari, nascosti tra le pieghe di sofferenza e stress. Sotto la guida degli artisti, le storie selezionate saranno portate in scena su un ipotetico palcoscenico nell’ambito dello stesso seminario, dai medesimi partecipanti sommando tra loro, nel cosiddetto Teatro della Salute, i vari aspetti terapeutici costituti dalla narrazione delle storie, dalla loro condivisione, dall’educazione al teatro e dalla stessa messa in scena delle narrazioni sotto forma di sketch brillanti e comici. Tutto ciò può favorire la nascita di un sorriso rigenerante pur da situazioni che poco lo presagivano, agendo quasi come una anamnesi che via via mira a consolidare il benessere dei lavoratori del mondo della Sanità, col fine  di migliorare le relazioni tra medici e colleghi, tra questi e i pazienti e i loro familiari.
Un ulteriore percorso si stacca poi dall’ambito dei seminari e approda in teatro e su un palcoscenico vero, con la presenza degli attori TUTOR e di artisti professionisti che porteranno in scena ulteriori storie selezionate dai medesimi e da un ristretto comitato di redazione. Le storie saranno riadattate, prendendo spunto da fatti reali vissuti seppur poco piacevoli, in un canovaccio brillante al fine di creare momenti di intrattenimento anch’esso in-formativo e far nascere sulle labbra le “risate sanitarie terapeutiche (R.S.T.)”. 
L’obiettivo del percorso mira all’allargamento dei confini entro i quali il suddetto percorso potrà svolgersi, auspicando di poter portare i suoi benefici effetti sui lavoratori del mondo della Sanità e la società civile, ad un pubblico cioè variegato di spettatori perché “tutti, prima o poi, potremmo essere pazienti”.

“Con Il Sorriso Sulle Labbra” benefited, thanks to Dr. Salvatore Guastella and Dr. Roberta Arnone, Administrative Manager at the Internationalization and Research Service of the ASP RG, from the European approval in the context of the exchange of “Good Practices” in an Erasmus project of European Union which will take place by March 2023.

“Con Il Sorriso Sulle Labbra” conceived by Roberto Farruggio of RF Communications in Ragusa, is a training project in the health sector that consists of two paths that are intimately intertwined. The first consists of seminars inaugurated and shared together with ASP RG in October 2019. The second concerns the world of theater and takes place almost in parallel with the seminars.

The aim of the seminars, as every time, is to increase the well-being of doctors, hospital employees, operators and employees in the healthcare profession. It is pursued in the meetings through the narration of stories in which the participants are the protagonists and in which stress, suffering, difficulty in relations between the various figures characterize the stories told. Through the presence of psychologists, such as Dr. Letizia Drogo, Psychologist Director of the U.O.S. Training and ECM of the ASP Ragusa and the intervention of actors and professionals from the entertainment world (the group of tutors are the actress Francesca Nunzi, from Rome, the actor Marco Simeoli (from Naples), the pianist Andrea Bianchi ( of Rome) – the latter were born and / or collaborated in and with Maestro Gigi Proietti), the actor Cesare Biondolillo of the Teatro Biondo in Palermo and the young Ragusa actress Giulia Guastella who is studying at L’Officina Pasolini directed by Massimo Venturiello and Tosca in Rome, we enter the second project path. The presence of the Tutors in fact is linked to the further objective of analyzing the stories told in search of inevitable (most of the times) ironic, hilarious ideas, hidden among the folds of suffering and stress. Under the guidance of the artists, the selected stories will be staged on a hypothetical stage within the same seminar, by the same participants adding together, in the so-called Teatro della Salute, the various therapeutic aspects constituted by the narration of the stories, by their sharing. , from education to theater and from the very staging of narratives in the form of brilliant and comic sketches. All this can favor the birth of a regenerating smile even from situations that did not foresee it, acting almost like an anamnesis that gradually aims to consolidate the well-being of workers in the world of health, with the aim of improving relations between doctors and colleagues, between these and patients and their families.

A further path then detaches itself from the sphere of seminars and arrives in the theater and on a real stage, with the presence of TUTOR actors and professional artists who will stage further stories selected by them and by a small editorial committee. The stories will be adapted, taking a cue from real events lived even if not very pleasant, in a brilliant plot in order to create moments of entertainment that is also informative and to give birth to the “therapeutic health laughter (R.S.T.)”.

The objective of the path aims at widening the boundaries within which the aforementioned path can take place, hoping to be able to bring its beneficial effects on workers in the world of health and civil society, to a public that is variegated of spectators because “everyone, sooner or later, may be patient. “

Eccoci in Polonia! Here we are in Poland!

In Polonia, presso il Campus GeoVita nei dintorni di Serock e poi a Varsavia presso il Campanile Hotel, ho partecipato insieme a una rappresentanza dell’ASP RG dal 14 al 21 luglio scorso, a una settimana molto intensa di esperienze sul fronte della Pet Therapy. Grazie alla professionalità dell’associazione polacca che potete conoscere qui, https://zwierzetaludziom.pl/(purtroppo solo in polacco la lingua, mi pare), mi sono potuto rendere conto quanto un animale, in questo caso il cane e i tanti presenti al Campus di Serok, siano né più e né meno delle persone! Non esagero, credetemi. Penso che ciascuno di noi sappia in cosa consista la Pet Therapy. Un conto è però immaginare di conoscerla leggendo qua e là delle sparute informazioni senza prendere effettiva visione di come essa si svolge, soprattutto a monte, a cominciare cioè dall’addestramento dei cani.

In Poland, at the GeoVita Campus near Serock and then in Warsaw at Campanile Hotel, I participated together with a representative of the ASP RG from 14 to 21 last July, in a very intense week of experiences on the Pet Therapy front. Thanks to the professionalism of the Polish association that you can get to know here, https://zwierzetaludziom.pl/ (unfortunately only in Polish the language, I think), I was able to realize how much an animal is, in this case the dog and the many present at the Serok Campus, let them be neither more nor less than people! I’m not exaggerating, believe me. I think each of us knows what Pet Therapy is all about. However, it is one thing to imagine getting to know it by reading scanty information here and there without taking an actual view of how it takes place, especially upstream, starting with the training of dogs.

.... MA INIZIAMO INTANTO A CONOSCERE VARSAVIA E DINTORNI...
...BUT IN THE MEANTIME LET'S GET TO KNOW WARSAW AND ITS SURROUNDINGS...

I had never been to Eastern countries. So I was really pleased to participate in the trip to Poland as part of the Pastel Project together with six employees and former ASP employees. Each European capital has its own charm. After Brussels, Paris, Amsterdam and London, I didn’t think I’d breathe the same atmosphere in Warsaw. I had to change my mind, and I gladly did it. Warsaw is truly European. Its center, the old town, the Praga district, the Ghetto, the long Vistula river and every corner that you are lucky enough to admire in each of these places leaves you speechless. For example, I did not expect, naively and perhaps because of my ignorance, that Warsaw would be a very clean city! Perhaps my eyes accustomed to the unfortunately prevailing filth of Italian cities, at least some of them, I thought I would see the same problems or almost in the capital of Poland. I was very wrong. Warsaw is a jewel of modern architecture, with its tall, glassy skyscrapers that swoop up into the sky in the beating heart of the city, also kept neat by daredevil cleaners who descend from breathtaking heights to cleanse every single meter of these glass towers. The Old Town contrasts with the architecture of an ancient European capital, with dormers that protrude from buildings and let you imagine the elegance of their interiors. History has certainly left indelible marks on the city, with the Monster (Palace of Culture and Science), a very tall building that stands near the station, a kind Russian homage after the Second World War. In Poland and Warsaw, Chopin’s music resounds in almost every corner. Especially in the parks, and in one of them it was nice to see many musicians struggling with the scores of the Polish composer. The notes mingled with the green of meadows, flower beds and trees, with visitors respectful of the most elementary rules of love for the environment, so that plants can also benefit from it. Inside the parks, classic-style buildings that match their greenery and lakes, and that make you want to live indefinitely in that magical atmosphere. Then you meet a red Fiat 126 and you feel like you are at home, and instead you are in Warsaw, Poland, the bright city like others in Europe. The views, the decked out neighborhoods, the great guitar of the Hard Rock Cafe, the long streets of the Center, the squares teeming with restaurants and tourists, the palaces of culture and leisure … in short … you turn around and understand that Warsaw is indeed a very welcoming and beautiful European city … without any doubt!

Non ero mai stato nei Paesi dell’Est. Dunque mi ha fatto davvero piacere partecipare al viaggio in Polonia nell’ambito del Progetto Pastel insieme a sei dipendenti ed ex dipendenti ASP. Ogni capitale europea ha il suo fascino. Dopo Bruxelles, Parigi, Amsterdam e Londra non pensavo di respirare la stessa atmosfera a Varsavia. Mi sono dovuto ricredere, e l’ho fatto volentieri. Varsavia è veramente europea. Il suo centro, la città vecchia, il quartiere Praga, il Ghetto, il lungo fiume Vistola e ogni angolo che hai la fortuna di ammirare in ciascuno di questi posti ti lascia a bocca aperta. Io per esempio non mi aspettavo, ingenuamente e forse a causa della mia ignoranza, che Varsavia fosse una città pulitissima! Forse abituati i miei occhi alla purtroppo imperante sporcizia delle città italiane, almeno di alcune, pensavo di vedere le stesse problematiche o quasi nella capitale della Polonia. Mi sbagliavo alla grande. Varsavia è un gioiello di architettura moderna, con i suoi alti e vetrosi grattacieli che si fiondano in su verso il cielo nel cuore pulsante della città, anch’essi tenuti lindi da temerari pulitori che si calano giù da altezze mozzafiato per detergere ogni singolo metro di queste torri di vetro. Nella Old Town si contrappone una architettura da antica capitale europea, con gli abbaini che sporgono su da palazzi e ti lasciano immaginare l’eleganza dei loro interni. La storia ha certo lasciato segni indelebili nella città, con il Mostro (Palazzo della Cultura e della scienza), un’altissima costruzione che si erge vicino la stazione, gentile omaggio russo dopo la seconda guerra mondiale. In Polonia e a Varsavia la musica di Chopin risuona quasi in ogni angolo. Soprattutto nei parchi, e in uno di questi è stato bello vedere molti musicisti alle prese con gli spartiti del compositore polacco. Le note si mischiavano al verde di prati, aiuole e alberi, con i visitatori rispettosi delle più elementari regole di amore per l’ambiente, perché anche le piante ne possano beneficiare. All’interno dei parchi, edifici in stile classico che fanno pendant con il verde e i laghetti degli stessi,  e che ti fan venire voglia di abitare a tempo indeterminato in quella magica atmosfera. Poi incontri una Fiat 126 rossa e ti sembra di essere a casa, e invece sei a Varsavia, Polonia, la città luminosa al pari di altre in Europa. I panorami, i quartieri agghindati, la grande chitarra dell’Hard Rock Cafe, le lunghe vie del Centro, le piazze brulicanti di ristoranti e turisti, i palazzi della Cultura e del tempo libero… insomma… ti giri e capisci che Varsavia è davvero una città europea molto accogliente e bella… senza alcun dubbio!   

... facciamo un salto a SEROCK... let's go to SEROCK!...

Serock è un comune urbano-rurale polacco del distretto di Legionowo, nel voivodato della Masovia, leggo su wikipedia. Tra l’altro, dista circa tre quarti d’ora di autostrada da Varsavia. Lo abbiamo raggiunto a piedi dal Campus dove alloggiavamo. Già allontanandosi dal Campus ci si immerge in una realtà fatata. Stupende case con ampi giardini che le circondano si susseguono una dopo l’altra su stradine laterali sterrate. Pare di essere in una moderna Sherwood, in un paesino della Contea inglese in cui case finemente rifinite sostituiscono i cottage d’oltre manica, una periferia dalla quale non vorresti mai allontanarti e che si congiunge quasi senza soluzione di continuità alla dolce Serock. Solo che per raggiungerla, sabato 16 luglio, abbiamo deciso in tre di farlo attraverso il bosco, una sorta di spartiacque tra la periferia e il comune urbano davvero incantata. Lì mi sono sentito come un novello Dante, ritrovatomi d’improvviso “in una selva” anche se non oscura, perché la luce in Polonia la fa da padrone in estate. Grazie al fidato navigatore dei miei compagni di viaggio, Beatrice e Virgilio, ri-uscimmo quindi a riveder le stelle e il cartellone con su scritto, almeno immagino, benvenuti a Serock! Quel che mi ha colpito entrando nel piccolo comune è l’estrema pulizia delle strade. Un lungo viale con ai lati case e casette ordinatissime e colorate, ci ha portato fino alla piazza principale. Tutto lindo,  con i giardini davanti di molte case tenuti benissimo, e ognuna di esse in ottimo stato e belle a vedersi. I negozi, anch’essi quasi in tinta con i filari di case, le banche, gli uffici, le cliniche mediche lungo il viale con davanti una distesa di verde. Serock sembra il paese delle favole, dove niente è fuori posto, persino il manto stradale, per non venir meno all’estrema bellezza e pulizia delle abitazioni e relativi giardini, sembra lo rifacciano ogni giorno. Raggiunto la sera il ristorante  Złoty Okoń, la cena è stata gradevole, grazie ai pierogi (molto simili ai nostri ravioli), che i polacchi guarniscono con vari ingredienti, e la meringa, di rito per chiudere il pasto in terra di Polonia. I primi tre giorni o quasi del nostro viaggio in Polonia erano andati più che bene. ma adesso facciamo un salto a Cracovia!      

Serock is a Polish urban-rural municipality in the district of Legionowo, in the Masovian voivodeship, I read on wikipedia. Among other things, it is about three quarters of an hour by motorway from Warsaw. We walked to it from the campus where we were staying. Already moving away from the Campus you are immersed in a fairy reality. Beautiful houses with large gardens that surround them follow one after the other on dirt side streets. It seems to be in a modern Sherwood, in a small town in the English County where finely finished houses replace the cottages on the other side of the Channel, a suburb from which you would never want to leave and which joins almost seamlessly with the sweet Serock. Except that to reach it, on Saturday 16 July, three of us decided to do it through the woods, a sort of watershed between the suburbs and the truly enchanted urban municipality. There I felt like a new Dante, suddenly finding myself “in a forest” even if it is not dark, because the light in Poland is king in the summer. Thanks to the trusted navigator of my travel companions, Beatrice and Virgilio, we then re-exited to see the stars and the billboard that said, at least I guess, welcome to Serock! What struck me upon entering the small town is the extreme cleanliness of the streets. A long avenue with very tidy and colorful houses and houses on the sides, led us to the main square. All neat, with the gardens in front of many houses kept very well, and each of them in excellent condition and beautiful to look at. The shops, also almost in the same color as the rows of houses, the banks, the offices, the medical clinics along the avenue with an expanse of greenery in front of them. Serock seems like the land of fairy tales, where nothing is out of place, even the road surface, in order not to fail in the extreme beauty and cleanliness of the houses and their gardens, it seems to be redone every day. Reaching the Złoty Okoń restaurant in the evening, dinner was pleasant, thanks to the pierogi (very similar to our ravioli), which the Poles garnish with various ingredients, and the meringue, a ritual to end the meal in Poland. The first three days or so of our trip to Poland went just fine. But now let’s go to Krakow!

Serock - Periferia - Serock - Outskirts
Incanto tra le stradine - Enchantment among the narrow streets
Benvenuti a Serock
Benvenuti a Serock - Welcome to Serock
L'immancabile giardinetto davanti casa - The inevitable garden in front of the house
Verde a gogò - Lots of Green
Le case(tte) di Serock - The pretty houses of Serock
La clinica medica immersa nel verde - The medical clinic surrounded by greenery
Case di... serenità... - Houses of ... serenity ...
La piazza principale e il Municipio di Serock - The main square and the Town Hall of Serock
I Pierogi, simili ai nostri ravioli, questi con spinaci - Pierogi, similar to our ravioli, these with spinach
A Serock, presso il Restauracja Złoty Okoń - In Serock, at Restauracja Złoty Okoń
... non si può non finire una cena in Polonia senza meringa! ...you can't finish a dinner in Poland without meringue!

Un giorno a Cracovia - One day in Krakow

Pare che la #ceciliagallerani (al secolo -15°- la Dama con l’Ermellino di #leonardodavinci) sia stata esposta fino al 2019 presso il Castello di Wawel, per poi ritornare al Museo di Czartoryski a #cracovia dove si trova oggi. Il 20 luglio scorso, grazie al Progetto Pastel, ero proprio a Cracovia ma fu praticamente impossibile ammirare la splendida Cecilia in quanto avrei dovuto pensarci molti giorni prima a prenotare la visita. Un buon motivo per tornare a Cracovia in un futuro prossimo. Effettivamente visitare Cracovia in una sola giornata è praticamente impossibile, riesci a vedere più o meno bene solo Crac… e per gustare l’altra ovia è bene fermarsi qualche giorno in più. Credo che solo così si riesca a connettersi con la città come essa merita. Si può dire senza tema di smentita che Cracovia è veramente una città europea, una città (come del resto la Polonia intera) con una storia secolare e le cui tracce sono ancora perfettamente visibili in ogni dove. A Cracovia mi son sentito un po’ a Londra,  un po’ a Roma, un po’ a Parigi, un po’ anche ad Amsterdam e solo per respirare queste atmosfere da grandi città europee non basta forse nemmeno una settimana. Storia, cultura, arte, religioni ( (qui #PapaWojtyła è ancora vivo) si mischiano tra loro in un coacervo di Bellezza che fa della città una splendida capitale mondiale, ove convergono studenti da tutte le Nazioni e in cui le differenze sono esaltate per creare un mosaico di un incanto colorato e davvero senza pari. Certo, tracce che ci riportano (come del resto a Varsavia) agli anni più bui della seconda guerra mondiale non ne mancano, con le molteplici sinagoghe, e in alcune di esse sono ricordate le nefandezze naziste. Poi però entri nella gigantesca e meravigliosa Piazza Del Mercato, credo una delle piazze più grandi d’Europa, e lì si diventa davvero cittadini del mondo! La piazza è circondata da centinaia di ristoranti e bar in cui si può assaggiare tutto il cibo del mondo. In Polonia si mangia bene (soprattutto se vai matto per le verdure e le carni), però li inviterei ad evitare ingredienti come panna e mozzarella per la carbonara perché è un attentato alla italianità ☺️. Come diceva quel detto? Vedi Napoli e poi muori!!!??? Ecco, sono sicuro che si possa dire anche per Cracovia ma non preoccupatevi… si prova solo una grandissima emozione, lungi da qualsiasi nefasto augurio! Cracovia… aspettami! E ora tuffiamoci nel progetto Pastel!!! 

It seems that Cecilia Gallerani (in the 15th century – the Lady with an Ermine by Leonardo da Vinci) was exhibited until 2019 at the Wawel Castle, and then returned to the Czartoryski Museum in Krakow where it is today. On July 20, thanks to the Pastel Project, I was in Krakow but it was practically impossible to admire the splendid Cecilia as I would have had to think about it many days in advance to book the visit. A good reason to return to Krakow in the near future. In fact, visiting Krakow in a single day is practically impossible, you can only see Crac more or less well … and to enjoy the other ovia it is good to stop for a few more days. I believe that this is the only way to connect with the city as it deserves. It can be said without fear of denial that Krakow is truly a European city, a city (like the rest of Poland as a whole) with a centuries-old history and whose traces are still perfectly visible everywhere. In Krakow I felt a little in London, a little in Rome, a little in Paris, a little in Amsterdam and just to breathe these atmospheres of great European cities, perhaps not even a week is enough. History, culture, art, religions ((Pope Wojtyła is still alive here) mix together in a hodgepodge of Beauty that makes the city a splendid world capital, where students from all nations converge and where differences are exalted to create a mosaic of colorful and truly unparalleled enchantment. Of course, there is no lack of traces that take us back (as indeed to Warsaw) to the darkest years of the Second World War, with the many synagogues, and in some of them the Nazi atrocities are remembered. But then you enter the gigantic and wonderful Piazza Del Mercato, I think one of the largest squares in Europe, and there you truly become citizens of the world! The square is surrounded by hundreds of restaurants and bars where you can taste all the food of the In Poland you eat well (especially if you go crazy for vegetables and meats), but I would invite them to avoid ingredients such as cream and mozzarella for carbonara because it is an attack on Italian style ☺️. How did that saying go? See Naples and then die!!!??? Here, I’m sure it can also be said for Krakow but don’t worry … you just feel a great emotion, far from any ominous wish! Krakow … wait for me! And now let’s dive into the Pastel Project !!!

Con le professioniste polacche della Associazione Animali da compagnia per le persone - With the Polish professionals of the Stowarzyszenie Zwierzęta Ludziom

Ho posseduto, se così si può dire, un canarino da adolescente, forse anche prima se non ricordo male. Un giorno lo trovai stecchito, caduto nella sua bella gabbia gialla, e per me fu un trauma. Non andai a scuola. Mia mamma mi portò ai grandi magazzini per comprarmi un giocattolo. Ebbi così la mia prima racchetta da tennis. E lì nacque la mia passione per quello sport. Con il canarino invece avevo stabilito un bellissimo rapporto, almeno per me lo era, non so per lui. Lo liberavo in casa e lo facevo volare nelle stanze, e tornava sempre sul trespolo che reggeva la gabbia. Un giorno il forte vento la fece cadere sul lungo balcone di casa. Questa si aprì e lui uscì fuori. Tuttavia non scappò via e quando si fece notare nei pressi della porta finestra, io uscì, lo presi, ricomposi la gabbia che entrai in casa e lo rimisi al suo posto, dentro di essa. Quel canarino giallo per me era come un fratellino. Io, figlio unico, giocavo con lui, lo nutrivo (famose le foglie di lattuga e le fettine di mela che gustava e mordicchiava spesso) e lo amavo davvero molto. Un sentimento questo per gli animali, che ho riscoperto a luglio scorso quando insieme a una delegazione ASP RG ci siamo recati in Polonia, per un partenariato Erasmus (come spiegato sopra) e uno scambio di buone pratiche tra il mio progetto Con il sorriso sulle labbra e l’attività propria dell’associazione polacca che si occupa per l’appunto di Pet Therapy, e il cui sito internet è raggiungibile digitando questo indirizzo, https://zwierzetaludziom.pl/. Con addestratori e volontari si occupano di visitare luoghi e persone che hanno bisogno di aiuto. Sostengono infatti giovani pazienti del Children’s Memorial Health Institute, della Alarm Clock Clinic e di altri ospedali e istituzioni, lavorando e avendo come obiettivo, tra gli altri, l’educazione, la riabilitazione e la terapia di bambini e persone con disabilità, gli anziani e le persone con malattie mentali, sostenendo naturalmente anche le famiglie.
Al di là dei compiti che svolgono, ho davvero riscoperto il legame che può nascere tra animale e uomo. Intanto nel Campus dove molti volontari si incontrano da vari Paesi per superare (con certificazione) insieme ai loro cani le prove di addestramento, non si ha affatto l’impressione che vi siano da una parte umani e dall’altra animali. Cani e padroni convivono in qualsiasi momento della giornata, dormono insieme, lavorano insieme e insieme sostengono (con la massima concentrazione) gli esami. La sera ci si incontra nell’ampia hall del Campus e si sta insieme, si chiacchiera, si canta, si beve qualche bicchiere e pare (anzi, non pare… è!) si viva insieme nella massima armonia, in totale sintonia, come se gli animali riuscissero a rafforzare e a sublimare anche quelle tra gli umani, spesso messe a ferro e fuoco da invidie, cattiverie, egoismi, guerre e calamità varie. Al che mi è venuto spontaneo pensare se al posto dei vari Putin, Erdogan, Biden ed altri Capi di Stato ci fossero un Husky, un Bassotto o un Bovaro del Bernese. Forse non ci troveremmo sull’orlo di una terza guerra mondiale e la politica farebbe davvero l’interesse di tutti gli Uomini e delle Nazioni. Rubo qui l’espressione di un amico che, a proposito dei cani con cui si espleta l’attività di Pet Therapy, mi disse qualche settimana fa: Beh, sai… in realtà quei cani non sono cani, sono persone travestite da cani!”. 
Se gli umani sapessero solo per un attimo diventare come questi animali, sarebbe già un grosso passo avanti per noi tutti. La prova evidente sta nei loro occhi. Se li osservi, capisci senza tema di smentita che in loro non può esserci tornaconto personale (se non l’interesse per qualche croccantino in più), non può esserci brama di primeggiare e di diventare il cane con più like degli altri nelle piazze virtuali di oggi. Loro sono un’estensione del proprio padrone, il padrone è in loro e loro sono nel loro amico padrone. Non sono cane e persona, ma un tutt’uno, l’uno si completa nell’altra e viceversa. Di questo ho avuto piena prova durante le visite fatte a bambini e anziani nelle cliniche presso cui siamo stati (qui la foto che ci ritrae alla fine della nostra visita in un Policlinico di Varsavia), durante le quali padroni e cani hanno agito insieme, tramettendo a piccoli e anziani pazienti serenità e benessere senza pari, una gioia vederli in azione! Ringrazio i miei compagni di viaggio con i quali ho vissuto questa splendida esperienza, grazie anche a Magda Nawarecka-Piątek, CEO dell’Associazione “Animali da compagnia alle persone” (Zwierzęta Ludziom) per aver condiviso lo scambio di Buone Pratiche in ambito Erasmus con la Dr.ssa Roberta Arnone di ASP RAGUSA. Grazie a tutte le persone conosciute presso il Campus in Polonia e in particolar modo a Lucia e Joanna che mi hanno insegnato molto con i loro splendidi cani e condiviso con me alcuni dei loro ricordi. Non so se vivrò un’altra esperienza simile, me lo auguro, come mi auguro di poter guardare il mondo d’ora in avanti con occhi come questi, o almeno simili, di trasparente verità!
Enzo
Il Cane Enzo - The dog Enzo
I have owned, if I may say so, a canary as a teenager, perhaps even before if I remember correctly. One day I found him dead, fallen into his beautiful yellow cage and it was a shock to me. I didn’t go to school. My mom took me to the department stores to buy me a toy. So I had my first tennis racket. And there my passion for that sport was born. With the canary, on the other hand, I had established a beautiful relationship, at least for me it was, I don’t know for him. I freed him in the house and flew him into the rooms, and he always returned to the perch that held the cage. One day the strong wind made it fall on the long balcony of the house. This opened and the bird stepped out. However, he did not run away and when he made himself noticed near the window, I went out, took him, reassembled the cage that I entered the house and put him back in his place, inside it. That yellow canary was like a little brother to me. I, an only child, used to play with him, feed him (he is famous for lettuce leaves and slices of apple that he often tasted and nibbled) and I really loved him very much. This is a feeling for animals, which I rediscovered last July when together with an ASP RG delegation we went to Poland, for an Erasmus partnership and an exchange of good practices between my project Con Il Sorriso Sulle Labbra and the activity of the Polish association that deals with Pet Therapy, and whose website can be reached by typing this address, https://zwierzetaludziom.pl/. With trainers and volunteers they take care of visiting places and people who need help. In fact, they support young patients of the Children’s Memorial Health Institute, the Alarm Clock Clinic and other hospitals and institutions, working and aiming, among others, on the education, rehabilitation and therapy of children and people with disabilities, the elderly and people with mental illnesses, naturally also supporting families.
Beyond the tasks they perform, I have really rediscovered the link that can arise between animal and man. Meanwhile, on the Campus where many volunteers meet from various countries to pass (with certification) the training tests together with their dogs, one does not get the impression that there are humans on one side and animals on the other. Dogs and owners live together at any time of the day, sleep together, work together and take exams together (with maximum concentration). In the evening we meet in the large hall of the Campus and stay together, chat, sing, drink a few glasses and it seems (indeed, it does not seem … it is!) we live together in maximum harmony, in total harmony of mind, as if the animals were able to strengthen and sublimate even those among humans, often put on fire by envy, wickedness, selfishness, wars and various calamities. At which it occurred to me spontaneously whether in place of the various Putin, Erdogan, Biden and other Heads of State there were a Husky, a Dachshund or a Bernese Mountain Dog. Perhaps we would not be on the verge of a third world war and politics would really be in the interest of all men and nations. Here I steal the expression of one of my friends who, speaking of the dogs with which the Pet Therapy activity is carried out, told me a few weeks ago: “well, you know… actually those dogs are not dogs, they are people dressed up as dogs! “
If humans only knew for a moment to become like these animals, it would already be a big step forward for us all. The clear proof is in their eyes. If you look at them, you understand without fear of denial that there can be no personal advantage in them (if not the interest in a few more treats), there can be no desire to excel and become the dog with the most likes than others in today’s virtual squares. They are an extension of their master, the master is in them and they are in their friend the master. The owner and the dog are not different things, but a whole, but they complement each other. I had full proof of this during the visits made to children and the elderly in the clinics where we have been (here a  photo that show us at the end of our visit to a Polyclinic in Warsaw), during which masters and dogs acted together, transmitting unparalleled serenity and well-being to small and elderly patients, a joy to see them in action! I thank my travel companions with whom I lived this wonderful experience, Thanks also to Magda Nawarecka-Piątek, CEO of the Association Zwierzęta Ludziom for sharing the exchange of Good Practices in Erasmus with Dr. Roberta Arnone of ASP RAGUSA. Thanks to all the people I met at the Campus in Poland and especially Lucia and Joanna who taught me a lot with their beautiful dogs and shared some of their memories with me. I do not know if I will live another similar experience, I hope so, as I hope to be able to look at the world from now on with Enzo the Dog’s eyes or at least similar, of transparent truth!

 

Quando Christian De Sica andò a trovare il padre morente in una clinica di Parigi, quest’ultimo ad un certo punto gli indicò un’infermiera lì nella stanza in cui erano, dicendogli più o meno:” Guarda Christian, che bel cu** che c’ha quella!”

Vittorio De Sica morì poco dopo stando a quanto raccontato da Christian. Ho riportato questo aneddoto (altri ne avrei potuto riportare) perché a quanto pare sofferenza e leggerezza, lacrime e sorriso possono coesistere insieme. Altri aneddoti che presentano, chi più e chi meno, questa caratteristica sono stati narrati da medici, operatori sanitari e dipendenti ospedalieri nei seminari che dal 2019 abbiamo condotto in ASP grazie al progetto Con Il Sorriso Sulle Labbra che ho ideato tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Anche per vicissitudini personali, ho sperimentato più volte questo processo. E l’ho sperimentato anche con una malata di demenza senile. Quando facevo il pagliaccio con lei oppure strimpellavo con la chitarra le canzoni della sua gioventù (di cui ricordava ogni parola a distanza di decenni) lei era un’altra persona, davvero con il sorriso sulle labbra, per poi ritornare col quel broncio da malata di mente allorché restasse da sola con la sua badante.

Le narrazioni che ho ascoltato in questi tre anni ci hanno permesso, pur tra mille difficoltà legate a pandemia ed altro, di saggiare il percorso ideato che è fondamentalmente diviso in due parti.

Qui per i dettagli:

https://www.rfcomunicazioni.eu/49-sofferenza-e…/

Esso è stato poi integrato con altre idee e professionisti del mondo dello spettacolo che hanno affiancato l’attrice Francesca Nunzi, la prima testimonial e tutor. Ammesso poi, ad inizio anno e grazie ad ASP RG in un programma Erasmus+, lo scambio di buone pratiche è avvenuto con l’attività di Pet Therapy svolta dall’Associazione Zwierzęta Ludziom (letteralmente, animali per le persone).

Già narrata l’esperienza vissuta in Polonia insieme a una rappresentanza ASP in cui ho imparato molto dalle pratiche svolte dalla Zwierzęta Ludziom Stowarzyszenie con la C.E.O. Magda Nawarecka-Piątek e tutti i suoi collaboratori, dal 24 al 28 settembre, presso il Kikki Village, abbiamo avuto ospiti 6 rappresentanti dell’associazione polacca, Agnieszka Kwoczak, Anna (Anka ES), Anna Falkowska, Anna Mirkowska, Dorota Gajewska e Karolina Natalia.

Inutile sottolineare quanto da subito sia diventato appassionante il percorso intrapreso con le sei amiche polacche che per la prima volta, credo, si siano trovate a misurarsi con l’esperienza teatrale. Insieme ai partecipanti alla sesta edizione del seminario, dalle narrazioni alle prove, sotto la guida degli attori Francesca Nunzi e Cesare Biondolillo e la parte musicala affidata al pianista Andrea Bianchii, l’emozione è stata tanta, sia per i partecipanti italiani che per le amiche della Polonia. Gli uni, da una parte, si sono confrontati con le colleghe straniere, e ciò si è anche manifestato a livello di reciproche attenzioni e massima concentrazione (pur sempre tra i sorrisi) durante le prove stesse. Le altre, hanno mostrato un impegno davvero encomiabile nell’imparare le battute in italiano a cominciare dalla lettura del testo.

Sono convinto che il seminario abbia rappresentato non solo un momento di didattica teatrale ma anche un arricchimento personale e culturale di tutti i partecipanti, dai professionisti del settore Formazione ASP RG, ai medici ed operatori sanitari e volontari che hanno decretato il successo anche di questa edizione in ambito Erasmus.

Nell’ultima giornata poi si è saliti sul palco de Con il Sorriso sulle Labbra per chiudere la manifestazione con il Teatro della Salute e delle Risate Sanitarie Terapeutiche. Ma di questo vedremo e parleremo nella prossima puntata.

When Christian De Sica (son of the great italian actor and director Vittorio De Sica) went to visit his dying father in a clinic in Paris, the latter at one point pointed to a nurse there in the room they were in, saying more or less: “Look Christian, what a beautiful as* has that one! “

Vittorio De Sica died shortly after, according to what Christian said. I reported this anecdote (others I could have reported) because apparently suffering and lightness, tears and smiles can coexist together. Other anecdotes that present, some more and some less, this characteristic have been narrated by doctors, health professionals and hospital employees in the seminars that we have conducted in ASP since 2019 thanks to the project Con il Sorriso sulle Labbra that I conceived between the end of 2018 and the beginning of 2019. Also for personal vicissitudes, I have experienced this process several times. And I also experienced it with a senile dementia patient. When I was a clown with her or strummed the songs of her youth with the guitar (of which she remembered every word decades later) she was another person, really with a smile on her lips, only to return with that sick pout she lies when she was alone with her caregiver.

The stories that I have listened to in these three years have allowed us, despite a thousand difficulties related to pandemics and more, to test the path devised which is basically divided into two parts.

Here for details: https://www.rfcomunicazioni.eu/49-sofferenza-e-leggerezza-un-binomio-possibile/

It was then integrated with other ideas and professionals from the entertainment world who supported the actress Francesca Nunzi, the first testimonial and tutor. Then admitted, at the beginning of the year and thanks to ASP RG in an Erasmus + program, the exchange of good practices took place with the Pet Therapy activity carried out by the Zwierzęta Ludziom Association (literally, animals for people).

The experience I lived in Poland together with an ASP representation in which I learned a lot from the practices carried out by Zwierzęta Ludziom Stowarzyszenie with the C.E.O. Magda Nawarecka-Piątek and all her collaborators, from 24 to 28 September, at the Kikki Village, we had guests 6 representatives of the Polish association, Agnieszka, Anna (Anka ES), Anna Falkowska, Anna Mirkowska, Dorota and Karolina.

It goes without saying how exciting the journey undertaken with the six Polish friends immediately became. For the first time, I believe, they found themselves competing with the theatrical experience. Together with the participants in the sixth edition of the seminar, from the narrations to the rehearsals, under the guidance of the actors Francesca Nunzi and Cesare Biondolillo and the musical part entrusted to the pianist Andrea Bianchi, the emotion was great, both for the Italian participants and for the friends. of Poland. The ones, on the one hand, confronted their foreign colleagues, and this also manifested itself in terms of mutual attention and maximum concentration (albeit always amidst smiles) during the tests themselves. The others showed a truly commendable commitment to learning the lines in Italian, starting with reading the text. I am convinced that the seminar represented not only a moment of theatrical teaching but also a personal and cultural enrichment of all the participants, from professionals in the ASP RG Training sector, to doctors and health workers and volunteers who have made this edition a success. in the Erasmus area. On the last day, the stage of Con il Sorriso sulle Labbra was then taken to close the event with the Theater of Health and Therapeutic Health Laughter. But we will see and talk about this very soon.

PS  I apologize for the very likely errors in this translation

Ad inizio maggio, mercoledì 4 e giovedì 5, si è svolto il 5° seminario di Con Il Sorriso Sulle Spalle presso l’Aula SIMT di Piazza Igea a Ragusa. Ringrazio il Dott. Salvatore Guastella per aver creduto fin dall’inizio in questo Progetto, insieme a quanti lo hanno sostenuto. Esso consta di due percorsi tra loro intimamente connessi che ho ideato tre anni fa. Grazie al Direttore Sanitario Dott. Raffaele Elia e alla Responsabile dell’U.O.S. Formazione, Dott.ssa Paola Santalucia che hanno aperto il seminario. In particolar modo ringrazio anche i partecipanti che hanno inaugurato il primo seminario nel 2019 presenti anche nella ultima edizione, la Dott.ssa Angela Tebaide, la Dott.ssa Rosa Giaquinta, la Dott.ssa Venera Padua, il Dott. Riccardo Lantieri e l’appoggio morale del Dott. Carmelo Pignatelli. Grazie tantissimo alle volontarie coinvolte dalla Dott.ssa Marilena Lao dell’Hospice di Modica che hanno portato una vivace giovialità nel corso del seminario del settembre 2021 e in questi ultimi due seminari di febbraio scorso e agli inizi di  questo mese. Grazie ai nuovi partecipanti delle ultime due edizioni che hanno anche loro creduto nel Progetto. Grazie anche ai professionisti dell’U.O.S. Formazione ASP di Ragusa, alla Dott.ssa Letizia Drogo, alle meravigliose assistenti Sara Genovese e Serena Campanella che spero di avere sempre presenti per altre future ed auspicabili edizioni, e all’indispensabile Giancarlo Brafa. Con Il Sorriso Sulle Labbra, grazie alla Dott.ssa Roberta Arnone, Responsabile dell’Internazionalizzazione in ASP, è entrato nel Programma Erasmus, uno scambio di buone pratiche che si realizzerà entro la prossima estate con una organizzazione di Varsavia.

Foto di gruppo

Foto fine corso

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La Dr.ssa Paola Santalucia, Responsabile Formazione, avvia
il seminario dello scorso maggio

Con la tutor Giulia Guastella
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Un momento del seminario con la Tutor Giulia Guastella

Il M° Andrea Bianchi
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La musica del M° Andrea Bianchi

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Promessa de che?

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Prove di lettura

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Il Teatro della Salute

Si recita a soggetto
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Si recita a soggetto

Sopra, alcuni momenti fotografici tratti dal 5° seminario di Con il sorriso sulle labbra dello scorso maggio. Il video è tratto dalle esercitazioni in didattica teatrale con l’intervento dell’attrice Giulia Guastella. Ci si è esercitati molto sull’improvvisazione teatrale. Più specificatamente, l‘improvvisazione di ruolo teatrale è una forma di teatro nata già nella Grecia di Aristofane in cui gli interpreti non seguono un copione ma inventano il testo improvvisandolo estemporaneamente. Il Transfert è invece la sindrome di chi si innamora del proprio medico al punto da farne il salvatore sia della propria malattia fisica che psicologica. Sono questi il momento e il tema trattato in questo video durante il 5° seminario di Con Il Sorriso Sulle Labbra lo scorso maggio presso la Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa in Piazza Igea. La didattica e la tecnica teatrale, grazie ai tutor artisti, grazie all’attrice Giulia Guastella e alla musica del pianista Andrea Bianchi, fanno da contraltare alle storie di medicina narrate nei vari corsi, in cui alberghino sofferenza come anche dolore, sviluppatesi nei rapporti tra medici e pazienti e loro familiari, ma anche tra medici ed operatori sanitari stessi, e che diventano poi teatro della leggerezza proprio con la disciplina e la tecnica di questo e dei tutor artisti. L’obiettivo è per medici e operatori sanitari possedere, grazie a questi incontri e se non proprio da attori professionisti, le tecniche, sforzarsi di applicarle ai rapporti tra loro stessi e pazienti, familiari di questi, per mantenere un  buon livello di benessere anche nel tempo e nelle molteplici relazioni che esistono nel mondo della Sanità. Grazie a Martina Giannì e Paola Linguanti per aver improvvisato i ruoli.

LA GRAFICA È DI KREATIVAMENTE

“Molte persone sono solite prendere la vita, le situazioni, le persone, con eccessiva serietà; esse tendono a prendere tutto in tragico. Per liberarsi dovrebbero coltivare un atteggiamento più sciolto, più sereno, più impersonale. Si tratta di apprendere a vedere dall'alto la commedia umana, senza troppo parteciparvi emotivamente; di considerare la vita del mondo come una rappresentazione teatrale in cui ognuno recita la propria parte. Questa va recitata nel miglior modo, ma senza identificarsi del tutto col personaggio che si impersona.” Roberto Assagioli, psichiatra e teosofo italiano Forse è proprio questo lo spunto (ma non il solo) da cui è partito tutto nel febbraio 2019, quando proposi ConIlSorrisosulleLabbra al Dr. Salvatore Guastella presso il Settore Formazione di ASP Ragusa, un progetto cui pensavo quasi involontariamente da tempo e che poi si è via via concretizzato dentro di me, almeno nella sua parte di tour formativo per medici ed operatori addetti alla professione medica da realizzare proprio presso un'Azienda Sanitaria. Per questo ringrazio il Direttore Generale Angelo Aliquò, il Direttore Sanitario Raffaele Elia, la Dr.ssa Letizia Drogo, la Dr.ssa Roberta Arnone, Sara Genovese e quanti da quasi tre anni all'interno dell'Azienda e oltre lo hanno sostenuto, per inteso anche i partecipanti ai 4 seminari fino adesso svolti meritano il mio plauso, l'ultimo dei quali il 22 e 23 febbraio 2022.
Nel 2019 scrissi di questa idea anche a Francesca Nunzi, attrice, cantante e autrice multiforme e polivalente, disponibile, umile e generosa come pochi al mondo nel settore dello spettacolo, e per questo motivo Grande, Brava e Bella Professionista. Francesca restò subito affascinata (forse per via dello spunto iniziale dell'idea che riporta alla rappresentazione teatrale di cui al pensiero di Assagioli), e quando la visse per la prima volta nell'ottobre del 2019 mi confermò il parere, soprattutto per le emozioni che questo tipo di stage sapeva offrire mettendola a contatto con medici ed operatori sanitari che il Teatro -almeno alcuni di loro e permettetemi di menzionarli- lo vivono con grande passione, la Dr.ssa Angela Tebaide, la Dr.ssa Venera Padua, il Dr. Gianni Digiacomo. Del primo seminario non posso non menzionare la Dr.ssa Barbara Iacono, lei sa perché, come la Dr.ssa Marilena Lao per gli ultimi due, per i volontari, gli infermieri, gli OSS e gli infermieri coinvolti. Stage che sono anche occasioni di scoperta di straordinari interpreti delle arti sceniche, come le operatrici sanitarie Simona Candiano e Carmelita Garofalo, oltre alla polivalente volontaria presso l'Hospice di Modica Concetta Di Rosa e la "danzatrice" Tiziana Agosta. Vi vorrei nominar tutti cari sostenitori, anche voi, ma perdonatemi se non lo faccio, vi ringrazio tanto davvero di cuore.
Anche perché non posso non menzionare gli altri "trainer" che si sono aggiunti nel tempo a Francesca Nunzi, il Grande (anche lui) attore Marco Simeoli (insieme a Francesca nell'immagine sotto tratta dal web), la frizzante Giulia Guastella, giovane e promettentissima attrice ragusana e il bravissimo e simpaticissimo pianista romano Andrea Bianchi. Tutti e quattro presenti nel terzo seminario full immersion svoltosi al Kikki Village lo scorso settembre che hanno reso, dall'alto della loro professionalità e preparazione, sia il momento formativo che quello sul palco in ossequio alle Risate Sanitarie Terapeutiche, dei momenti davvero importanti ed esemplificativi per il Progetto. Non mancherà modo di rivederli tutti e quattro insieme. Quando si ringraziano tante persone, pare si sia alla fine del percorso fin qui fatto. Spero ovviamente di no e spero che il pensiero di Roberto Assagioli (in tema con l'aristotelico "in medio stat virtus") permei sempre più le menti di tutti, per fare del Teatro e della commedia umana uno straordinario strumento, migliorare le relazioni sanitarie e tendere sempre più verso l'Umanizzazione della Medicina, traguardo che pare ancora non essere raggiunto appieno. Noi lo vorremo sempre fare CON IL SORRISO SULLE LABBRA

Il Dr. Salvatore Guastella riceve la Coppa del Visionario!

Il Dr. Salvatore Guastella riceve la  prima Coppa della “Visionarietà” quale artefice dell’ingresso del percorso “Con il sorriso sulle labbra” ideato dalla RF Comunicazioni, “intra moenia” dell’ASP RG

GRAZIE A VIDEO REGIONE PER IL REDAZIONALE

Ascolta/scarica la storia di Marco Simeoli, allievo di Gigi Proietti, sul paradosso del passaggio dalla tragedia all’ilarità e al sorriso sulle labbra che capitò durante uno spettacolo del grande Maestro

In tema di umanizzazione della medicina, la storia raccontata da Vincenzo Pierpaolo Rizzone, volontario presso l’hospice di Modica, “U’ sparaciu r’aprili” (un asparago nel mese di aprile), denota come il rapporto tra volontario e malato a lungo andare si rafforzi  proprio verso una maggiore complicità che lega le due figure, alla fine, scevre da qualsiasi formalità. È un’apertura totale dell’uno nei confronti dell’altro che in un dialetto popolare svela tutta la propria dignità.
Nella clinica dell’al di là, per facilitarne l’arrivo, accadono cose strane. Suore dai nomi che conciliano il riposo, suor Valeriana, espedienti che servano a mariti “impediti” a riassaporare i piaceri con mogli ormai verso altri lidi orientate, pazienti petulanti che si scontrano con medici che fan di tutto per rispondere alle loro strampalate domande, e nascite di amicizie basate sugli asparagi di aprile, come sopra riportato. Il bello è che tutte le storie sono tratte dalla realtà ed è bello passare da un’emozione, o una leggera sofferenza che attraversa alcuni di questi racconti quando si sono manifestati nella realtà che, grazie alla dinamica del teatro, si incamminano verso la leggerezza e a quel sorriso sulle labbra che provoca benefici effetti anche in chi di quelle storie è stato protagonista. Mai sul momento si poteva pensare che ciò fosse possibile, a meno di uno spunto ironico evidente, eppure sotto la guida di attori e registi professionisti ciò diventa nondimeno auspicabile. Vissuti e poi recitati dagli stessi medici ed operatori sanitari, ciò favorisce una sorta di catarsi educativa e formativa, perché il teatro unisce la persona e il personaggio che siamo e, a differenza che sul palcoscenico, essi non si scollino  anche al di fuori del palcoscenico, in modo tale da conservare ciascuno dei due gli insegnamenti tratti dalle due “realtà” vissute e poterli replicare nelle successive relazioni. Potenza del Teatro! 

CON IL SORRISO SULLE LABBRA RELOADED 27-30 SETTEMBRE 2021 AL KIKKI VILLAGE

Presso il Kikki Village, dal 27 al 30 settembre, si è svolta la terza edizione di”Con il sorriso sulle labbra”, da un’idea di Roberto Farruggio di RF Comunicazioni condivisa con ASP Ragusa fin dalla prima edizione dell’ottobre 2019.
Il seminario è stato molto intenso, una full immersion  nella realtà sanitaria e nel magico mondo del Teatro. Grazie all ‘U.O.S. Formazione dell’ASP Ragusa e alla partecipazione degli attori Francesca Nunzi, Marco Simeoli, Giulia Guastella e del pianista Andrea Bianchi, le 5 sessioni durante la tre giorni hanno visto la partecipazione di medici, dipendenti ASP, operatori sanitari ed assistenti sociali.
Le sessioni hanno avuto come protagonisti i partecipanti nelle vesti di narratori di storie vissute nell’ambito sanitario. Dall’altra parte, sia la Dr.ssa Drogo che il Dr. Guastella hanno messo in risalto l’aspetto formativo della narrazione stessa che si è poi sublimato in quel Teatro della Salute nell’ultima sessione in cui i corsisti, diretti da Francesca Nunzi e Marco Simeoli, sono diventati attori mettendo in scena un atto unico scritto dalla Nunzi ed ispirato ad alcune storie snocciolate nella fase di storytelling dei giorni precedenti. E, lo ha sottolineato il Dr. Guastella, è stato davvero emozionante vedere come il sorriso sulle labbra si sia veramente formato durante le varie sessioni sui visi dei corsisti. Come a dire, si inizia un corso di formazione con il viso concentrato, magari un po’ tirato con un sorriso a denti stretti per finirlo poi in un tripudio di sorrisi smaglianti e di visibile serenità, anche grazie alla splendida location del Kikki Village.
Il 29 sera il Teatro della Salute ha lasciato il posto alle Risate Sanitarie, serata  presentata egregiamente dalla Dr.ssa Letizia Drogo, nella quale Francesca Nunzi, Marco Simeoli, Giulia Guastella e la new entrance, la Dott.ssa Angelina Tebaide, -con le musiche di Andrea Bianchi al piano- hanno messo in scena un atto unico dedicato alle storie narrate nei due seminari degli scorsi anni, riscuotendo un caloroso successo, davanti ad un pubblico variegato e, alla fine, anch’esso con il sorriso sulle labbra.
Gli sketch si sono ispirati a storie narrate dalla Dr.ssa Barbara Iacono, dal Dr. Giovanni Di Giacomo e a un episodio focalizzato sullo stress di medici ed operatori sanitari in generale su cui si è soffermata la Dr.ssa Rosa Giaquinta nel primo seminario di due anni fa. Glia ltri due temi affrontati nelle sit-com hanno riguardato il disturbo dissociativo e il progressivo abbandono della disciplina medica della semeiotica a vantaggio delle indagini strumentali per orientarsi verso una diagnosi, quasi una delegittimazione del rapporto di estrema fiducia, fisica e di dialogo, che deve sussistere tra medici e pazienti e che merita certo ulteriori approfondimenti. Alla fine, è salito sul palco anche il Dr. Raffaele Elia, Direttore Sanitario dell’ASP Ragusa, che ha elogiato gli attori ed i partecipanti, tra cui anche il tenore Dario Adamo, il musicista Enrico Lacognata e Laura Gasbarrone che si è occupata degli accessori per l’abbigliamento degli attori, sottolineando insieme agli altri la bontà di “Con il sorriso sulle labbra”, progetto che si spera possa continuare la strada intrapresa con nuovi appuntamenti per mirare sempre più verso l’umanizzazione delle cure.

Parere inviato dal Presidente del Comitato Consultivo ASP Ragusa

11 giugno 2021 PRESSO L'AULA FORMAZIONE DELLA DIREZIONE GENERALE ASP RAGUSA

Si è svolto venerdì 11 giugno 2021 presso l’Aula Formazione della Direzione ASP di Piazza Igea l’incontro tra alcuni dei partecipanti ai due laboratori de Con Il Sorriso Sulle Labbra 2019-2020, con la presenza del Dr. Salvatore Guastella, Direttore UOC Coordinamento di Staff e della Dr.ssa Letizia Drogo, Dirigente Psicologo – UOS Formazione e ECM. Il Dr. Roberto Farruggio, promotore di Con Il Sorriso Sulle Labbra presso ASP Ragusa, dopo aver ringraziato medici, operatori sanitari, dipendenti ospedalieri, infermieri, assistenti sociali e professionisti del mondo della Sanità che hanno sostenuto il progetto partecipando ai due seminari svolti in Azienda, ha portato i saluti dell’attrice e testimonial Francesca Nunzi impossibilitata a partecipare per impegni di lavoro a Roma. L’incontro si è aperto con la consegna degli attestati di partecipazione ai presenti del secondo laboratorio dello scorso ottobre. La pandemia ha poi reso impossibile ulteriori incontri fino ad aprile/maggio di quest’anno, e l’occasione è stata più che gradita per riprendere il percorso insieme. In tal senso sono stati molti i contributi dei partecipanti finalizzati alla continuazione delle esperienze in ASP di Con Il Sorriso Sulle Labbra, riassunte dal Dr. Salvatore Guastella che ha sottolineato come “la prossima esperienza vorrà prevedere una full immersion nella quale teatro e sanità possano convivere ancora meglio insieme al fine di creare quel sorriso e quel benessere terapeutico che soprattutto oggi la Sanità merita”.

PER INFORMAZIONI SUL PROGETTO, INVIATE UNA RICHIESTA A:

comunicateconme@robertofarruggio.net

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insieme a

L’iter di “Con il sorriso sulle labbra”, inaugurato e dedicato a medici, dipendenti ospedalieri e personale sanitario dell’ASP Ragusa già dal 2019, è formato da due percorsi intimamente connessi tra loro, come due tempi di un unico film. In generale, Con il sorriso sulle labbra è un progetto rivolto ad ASP, ASL, IRCSS, Policlinici Universitari, case di cura private, accreditate e non, istituti ed Enti Sanitari con la finalità di realizzare una serie di incontri/seminari per addetti alla professione medica con l’obiettivo di trattare e sviluppare il seguente tema:

SOFFERENZA E LEGGEREZZA, UN BINOMIO POSSIBILE

Sul sito della Società Italiana di Medicina Narrativa, si legge che “con il termine di Medicina Narrativa (mutuato dall’inglese Narrative Medicine) si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura) … … le persone, attraverso le loro storie, diventano protagoniste del processo di cura”.

Al di là delle varie competenze medico-scientifiche che intervengono sul processo di cura, crediamo che un rapporto si possa instaurare anche tra chi cura e il paziente, i familiari, e tra medici ed operatori sanitari stessi. Anche qui si generano storie che presentano momenti in cui il sorriso può nascere tra le parti. L’idea dei seminari prende spunto dal presupposto che il ridere sicuramente costituisce una terapia naturale per la salute di tutti. Gli incontri si svolgeranno come la narrazione di un racconto, ovvero la narrazione della risata da parte di chi ne esercita la tecnica (in questo caso la Madrina e Testimonial del Progetto, Francesca Nunzi nelle sue vesti di coordinatrice artistica), traendo spunto dalla realtà, per far ridere gli altri; dall’altra la narrazione di storie di sofferenza e di conflitti nell’ambito sanitario che presentino in nuce elementi di ilarità anche involontari.

Proprio questo è uno degli obiettivi del progetto. È un canovaccio tipicamente teatrale suddiviso in due tempi in cui, nel primo, si fa conoscenza tra Maestri della risata e Medici e Operatori sanitari al fine di far uscir fuori, dalle rispettive anamnesi, storie, competenze ed esperienze. Per specificare meglio:

a) nel primo tempo l’obiettivo degli incontri è rappresentato dal confronto e racconto formativo ed informativo di storie di sanità, in cui da un lato possano far capolino elementi di sofferenza, disagio e conflittualità tra medici, pazienti e loro familiari, fra operatori sanitari stessi e, dall’altro (lo ribadiamo), spunti  di involontaria ironia nascosti tra le pieghe delle narrazioni. Spetterà quindi ai “competenti della risata” creare una sorta di provino generale durante il quale, dopo le presentazioni degli attori in campo, questi “provineranno” con l’ascolto -ma anche con la discussione, la riflessione e il confronto- le esperienze narrate da medici ed operatori;

b) nel secondo tempo, dalla narrazione si passerà alla scrittura di una bozza di storia, copione, musica, idea artistica per sommi capi o spunti. È un obiettivo importante perché la narrazione si trasformerà in storie di vite vissute, da parola narrata diventerà parola scritta, spunto artistico (prima abbozzato poi finale) verso cui si congiungeranno le esperienze e la tecnica del ridere, del sorriso, detenuta da chi la esercita per professione. Gli spunti e la storia (le storie) abbozzati saranno trasferiti ad esperti sceneggiatori ed artisti per essere trasformati in più monologhi teatrali, pièce, musica, concretizzate cioè in molteplici forme artistiche possibili, al di là dell’obiettivo primario del percorso, da rappresentare sul palcoscenico del Teatro della Salute!

Naturalmente l’aspetto della “trasformazione della prima scrittura” si basa su una ipotesi di più appuntamenti, ogni volta con personaggi diversi nel ruolo di “Maestri del sorriso” che potranno affiancare la coordinatrice artistica Francesca Nunzi. Alla fine si avrà tanto materiale nato da storie sanitarie vere e diverse. Queste, trasformate in sketch,  narrazioni e rappresentazioni brillanti ed in forme d’arte ulteriori, possono diventare narrazioni e momenti di intrattenimento nei quali anche il dolore può sublimarsi, in molti casi, in sorriso e benessere terapeutico.

Ma c’è di più.

Il teatro e l’arte in generale sono una dimensione che appartiene a tutti. È la dimensione più umana che esista, dove tutto è finto ma niente è falso (Proietti). Il Teatro è studio, il teatro è passione, il teatro è diventare un personaggio che acqueti la persona che siamo e la reintroduca in un dietro le quinte -spazio opposto al palcoscenico- che è la naturale piattaforma in cui ogni giorno viviamo.

Dire che la vita è una commedia in realtà equivale a dire una delle Verità più Assolute che esistano. La competitività e la quantità, che oggi vanno sempre più a discapito della qualità e contro cui ogni giorno dobbiamo misurarci, stanno erodendo sempre più la libertà di essere quel che siamo e di cui non dobbiamo aver timore, né provare vergogna.

Tale forma di stress nell’esperimento che vogliamo portare avanti negli incontri deve andare sempre più scemando, proprio perché in quegli incontri persone e personaggi che siamo devono poter convivere tranquillamente, e attraverso la narrazione dei nostri conflitti liberarci dalle maschere che quotidianamente dobbiamo a tutti i costi indossare, diventando non un Io ma un Noi, contro il cancro morale e materiale rappresentato dal quel protagonismo individuale oggi dilagante.

È ciò che manca nella vita di tutti i giorni. La rilassatezza e la conseguente risata terapeutica dovrebbero e devono diventare materie di studio. Ecco perché la proposta, cioè creare dei seminari in cui ci si liberi dalle nostre forzate maschere per diventare tutti insieme attori e spettatori, si traduce nella possibilità di resettare il nostro modo di “recitare” giornalmente senza alcun collegamento con gli altri. Trasformarsi così in un “Attore Vero” -non più solo un Attore Protagonista Assoluto che “reciti contro” gli altri-, ovvero una Persona Vera (non personaggio) che grazie al sorriso e all’emozione si relaziona con chi recita, sul medesimo palcoscenico, il copione quotidiano della Vita Vera.

Questa è la vera idea ispiratrice del progetto perché la “comunicazione” tramite il sorriso è conseguenza gioiosa e giocosa di tale modo di intessere relazioni, non più fine a se stesso o ai nostri bisogni individuali ma aperte al benessere dell’altro, alle sue necessità che diventano nostre e viceversa. Questa è la lezione che auspichiamo si tragga da “Con il sorriso sulle labbra”.

Se accettiamo l’idea che il teatro e l’arte in generale possano diventare il nostro palcoscenico quotidiano nel quale sperimentare tutte le nostre relazioni, allora le idee che possiamo mettere in comune in questo progetto, anche a prescindere dalle finalità terapeutiche del sorriso, possono davvero moltiplicarsi e generare un nuovo modo per sublimare gli incontri e le relazioni che altro non sono se non un “primo atto teatrale” dove tutto sarà poi svelato e compreso nel “secondo”. 

Roberto Farruggio – RF Comunicazioni

                              LA COACH TEATRALE E
                    TESTIMONIAL FRANCESCA NUNZI
“Conosco Francesca da 5 anni. La incontrai nell’ottobre del 2015 all’uscita del Teatro Ghione una sera a Roma, subito dopo la chiusura della tournée di successo “Ti amo o qualcosa del genere”, commedia brillante scritta e diretta da Diego Ruiz il quale, dopo la chiusura del sipario, mi fece la cortesia di farmi conoscere il cast. In quella commedia Francesca mi e ci fece ridere tantissimo, veramente, insieme a Gaia de Laurentiis, Roberto Ciufoli e lo stesso Diego. La salutai da lontano su via delle Fornaci perché stava correndo a casa, lei romana de Roma, e notai il suo sorriso. Definirlo smagliante sarebbe puerile e banale, diciamo che per me il suo sorriso fu fin da subito uno di quei sorrisi che “ti fa star bene”. Da allora ebbi modo tante altre volte di averla ospite nei miei piccoli eventi locali, e in ogni occasione in cui ci sentivamo per metterci d’accordo su come e quando programmare la sua presenza, era sempre facile colloquiare con lei e decidere le modalità per ospitarla. Formatasi come attrice nel laboratorio del M° Gigi Proietti e con una carriera davvero sfavillante per i successi conseguiti in teatro, al cinema e in tv, restavo ogni volta stupito della sua disponibilità e cordialità,  come se la fama meritatamente guadagnata non le avesse per niente fatto venir meno una delle caratteristiche più importanti che dovrebbe connotare ogni essere umano, e cioè l’umiltà. L’umiltà è, per chi scrive, davvero la chiave di volta di ogni rapporto umano (Francesca me lo ha dimostrato tante volte), e se uniamo questo  pregio alla dote del suo sorriso che “ti far star bene” ecco che per me è stato facilissimo pensare di chiederle di diventare Madrina di questo progetto in fieri, perché  “il sorriso sulle labbra” è proprio il suo! Francesca già per due volte ha tenuto a battesimo i seminari svolti presso l’ASP7 di Ragusa riuscendo a coniugare tra loro riflessione e sorriso, impegno e voglia di imparare anche in una materia in cui leggerezza e sofferenza sembrano davvero poter essere il collante sia nel mondo della Sanità che del Teatro! “Alea iacta est cara” Francesca, diceva un tuo concittadino famoso, e a noi non resta altro che andare avanti, sempre con umiltà!”
                                                          Roberto Farruggio
Qui alcune info su Francesca https://www.studioemme.net/artisti/francesca-nunzi/#curriculumincontrai

Primo seminario 25 ottobre 2019

Clicca sulle immagini sotto e visualizza la brochure del primo seminario dell'ottobre 2019 presso l'ASP Ragusa

Alcuni momenti degli incontri del seminario 2019

Role playing formativo - seminario ottobre 2019

Guarda gli altri video di role playing

SE MI BUTTO DAL SETTIMO PIANO, MI SPARANO!

I DOLORI DELLA SIGNORA FRANCESCA

Portare il Teatro, la cultura, la disciplina e la didattica del Teatro all’interno di un seminario sanitario che miri a valorizzare la terapia del sorriso come sbocco “quasi” naturale dalla sofferenza della malattia è il progetto di “Con il sorriso sulle labbra”. Un sorriso che si tende a scovare dappertutto e che del binomio sofferenza/leggerezza faccia un percorso obbligato soprattutto dal punto di vista formativo, perché “il confine tra la comicità e la drammaticità è molto labile” (cit. Giulio Bonetti alias Gigi Proietti nel film “Un’estate al mare” di Carlo Vanzina) 

Il Teatro della Salute

di Salvatore Schembari

Venerdì mattina, 16 ottobre scorso, ho partecipato, su invito del Direttore Salvatore Guastella, responsabile dell’ Ufficio per la Formazione dell’ASP di Ragusa, al 2° laboratorio con Francesca Nunzi, brava e famosa attrice romana. Ho partecipato con curiosità, ma anche con senso di attrazione verso una attività artistica, la teatroterapia, utilizzata come strumento di cura e terapia all’interno delle strutture sanitarie.

Sono sempre stato convinto che le artiterapie, all’interno delle loro differenti specificità, hanno una cosa in comune: creare emozioni, elaborare le  ansie, le paure e le inquietudini delle persone, per liberare  tensioni, attraverso un processo di purificazione psicofisico; ma la teatroterapia ancora di più, perché rappresenta storie di vita, simili al proprio vissuto, contrassegnato dalla malattia o da uno stato di disagio psicologico, descritte con ironia, con un linguaggio e una movenza del corpo che provocano momenti di rilassamento e di liberazione dal peso dei nostri cattivi pensieri. Quindi la presentazione di un progetto avente una funzione terapeutica e riabilitativa, con il coinvolgimento dei medici e degli operatori sanitari.

 Il progetto “ Con il sorriso sulle labbra”, mirabilmente spiegato dal referente Roberto Farruggio, ha avuto come seguito lo scambio di opinioni e il racconto di esperienze vissute nell’ambito sanitario dai medici, psicologi, assistenti sociali e altri operatori sanitari presenti, che hanno messo in luce la necessità di umanizzazione nei rapporti con i pazienti e la necessità di utilizzare tutti gli strumenti possibili per allentare le tensioni collegate alla malattia. La sera ci siamo ritrovati al Circolo Nuovo di Ragusa, dove un team di attori e orchestrali ci hanno intrattenuto con musica e sketch, collegati al progetto “ Con il sorriso sulle labbra”, dandoci un esempio di spettacolo da portare nelle corsie degli ospedali.

Penso alla bontà e finalità di questo progetto, che ritengo utile, come strumento terapeutico e riabilitativo da organizzare in modo strutturato e stabile, nell’ambito delle Aziende Sanitarie. Quindi creare una sorta di “teatro della salute” che contempli otre agli attori, la partecipazione dei medici, del personale sanitario e dei pazienti, con storie di vita legate alla malattia e alla sofferenza, ma anche alla guarigione e alla speranza, attraverso l’ironia, lo scherzo, la battuta, con il sorriso sulle labbra.

Ho partecipato a questa iniziativa nella qualità di Presidente del Comitato Consultivo Aziendale, un organismo istituzionale interno all’Azienda Sanitaria Provinciale, che raggruppa ben 38 associazioni e organizzazioni rappresentative dei cittadini, degli utenti e degli operatori sanitari, che segue la salute e il benessere di tanti soggetti fragili: anziani, disabili, ammalati di patologie gravi. Abbiamo tutto l’interesse in ciò che aiuta a star bene le persone che soffrono , che sono ammalate, e hanno bisogno di essere curate, ma anche di alleviare e allentare le tensioni, le ansie, le paure, con grande beneficio dal punto di vista psicosomatico.

                                               

Salvatore Schembari  – Presidente Comitato Consultivo Aziendale ASP7 Ragusa

CLICCA SUL LOGO E LEGGI IL RESOCONTO DEL PRIMO SEMINARIO SU QUOTIDIANOSANITÀ.IT/SICILIA

Ascolta il contributo del Dr. Salvatore Guastella, psicologo e psicoterapeuta ASP7 RAGUSA

2° Seminario - ottobre 2020

Clicca giù sulla brochure per ingrandirla

IL SEMINARIO "CONILSORRISO" SULLE LABBRA 2020

Grazie a Tiziana Agosta e alla sua esperienza da volontaria per questa testimonianza che ancora una volta centra il focus di “Con il sorriso sulle labbra”. Anche da una breve narrazione come questa, gli spunti per riflettere e sorridere sono tanti, Del resto, cos’è una riflessione se non l’anticamera di un sorriso? Quell’ “ucciateda ro suli” o raggio di sole che dir si voglia, altro non è se non uno spunto su cui poter costruire sia una narrazione formativa sanitaria che un testo, una musica, una poesia che emozioni e faccia nascere un .. sorriso.. grazie ancora Tiziana a nome di tutto lo staff di “Con il sorriso sulle labbra”!
Occhiali di merda” è una breve sit com ispirata a un episodio narrato dalla Dr.ssa Barbara Iacono, psicologa e psicoterapeuta, al primo seminario di “Con il sorriso sulle labbra” svoltosi presso l’ASP7 di Ragusa nell’ottobre del 2019. In realtà l’episodio denotava e denota ancora un aspetto di sofferenza di cui è stata vittima una persona nel corso di una visita da uno specialista. Dal racconto di sofferenza è stato tratto uno script opportunamente riadattato in una versione quanto più brillante possibile proprio per estrarre dallo stesso, oltre al momento formativo svolto in seminario, il lato ironico atto a generare il sorriso terapeutico. 

Un'importante riflessione a cura del Dr. Rocco Cesare Parisi

Laboratorio “Con il sorriso sulle labbra”
In data 17 ottobre 2020, si è svolto presso l’aula multimediale di Piazza Igea, un laboratorio di recitazione, volto a migliorare il rapporto Operatore sanitario/Utente (paziente).
Naturalmente si è dato ampio spazio alla comunicazione, fatta di parole e mimica, ove spesso è proprio la mimica a trasmettere all’utente (paziente, interlocutore, destinatario del messaggio), ciò che il mittente (operatore sanitario, locutore), vuole intimamente comunicare.
Da qui sorge l’interessamento al linguaggio utilizzato, il quale nel suo percorso evolutivo, nato da gesti imitativi, indicativi e grida, è arrivato, come ipotizzava Condillac a un periodo di transizione, in cui gesti e parole fungevano simultaneamente da canali per esprimere il linguaggio ed ecco così nascere la complessività del linguaggio, fatta di gesti, suoni e parole, le quali assumono un significato convenzionale, rispetto una determinata collettività, che le utilizza.
Ad oggi, quindi l’attività teatrale, fatta di interpretazione di copioni, i cui attori, attraverso skills specifiche, riescono ad arrivare velocemente ed incisivamente allo spettatore, particolare è la mimica, spesso tralasciata dagli operatori sanitari, la quale riesce ad arricchire e accompagnare il messaggio, che si vuole trasmettere.
L’essere Umano nella sua complessività è un insieme di pensieri, parole ed emozioni, in particolare nei pazienti sofferenti e con deficit, le funzioni più elevate del linguaggio sono compromesse e spesso, un messaggio attraverso la parola, il ragionamento critico e razionale non arriva; e allora l’operatore come un attore di teatro, per raggiungere tramite il linguaggio un paziente, è necessario, arrivare al piano emozionale, attraverso un gesto, la mimica, una mano sulla spalla, ecc. Si riescono a trasmettere, molte più informazioni, che con un intero discorso.
Durante il laboratorio con l’attrice Francesca Nunzi, vi è stata la rappresentazione di un copione scritto da Roberto Farruggio, intitolato “Occhiali di merda”, a interpretarlo, vi sono stati l’attrice Giulia Guastella e una dipendente sanitario, la Dr.ssa Angela tebaide, sotto attenta osservazione e regia di Francesca Nunzi.
Il tutto si svolge in uno studio di psicoanalisi, ove la psicoanalista in un giorno di pioggia incontra una paziente molto esuberante e originale, la quale, si è rivolta alla psicoanalisi, in quanto ha avuto in fase adolescenziale problemi a rapportarsi con l’altro sesso. E come in un classico la paziente s’innamora della psicoanalista, violando così il setting terapeutico, ovvero il contratto stipulato implicitamente Psicoanalista/Paziente, non è più rispettato lo spazio fisico e l’operatore non è più neutrale, ma è coinvolto. Durante la seduta di psicoanalisi la paziente, tenta più volte di avvicinarsi all’analista e cerca il contatto con gli occhiali di quest’ultima. Gli occhiali in quanto accessorio è a stretto contatto col viso,  di chi li indossa, come può essere un anello, un bracciale o anche una mascherina, molto utilizzata negli ultimi mesi a seguito delle norme di contenimento COVID-19.
Chi andrebbe mai a rimuovere una mascherina a un conoscente o al proprio medico, senza violare l’intimo di quest’ultimo?
La paziente nella ricerca del contatto, quasi certamente cerca di entrare nell’intimo della psicoanalista e durante la rappresentazione accade, che vengono invertiti i ruoli; la psicoanalista una volta divenuta paziente per qualche minuto apre completamente se stessa alla paziente, ritornando successivamente alla sua posizione.
In conclusiva dalle attività svolte, si evince la necessità di potenziare le capacità comunicative, degli operatori sanitari, attraverso laboratori specifici, al fine di garantire sempre più un’assistenza individuale, dove i messaggi trasmessi dall’operatore sono decodificati dall’utente, in modo chiaro e veloce, nell’ottica di ottenere una migliore Compliance da parte del paziente e operatori coinvolti nel processo comunicativo in modo neutrale e professionale.
Dr Rocco Cesare Parisi – ASP7 Ragusa

Salvato dal Coronavirus

Vi ho mai raccontato di come il Coronavirus mi salvò la vita? Sì, avete capito bene, mi salvò la vita, anche se, detto così, può sembrare assurdo. E forse questa storia in parte lo è.

Tutto ebbe inizio la mattina del 3 aprile del 2020. Eravamo nel pieno del lockdown. Io e Marco, mio figlio, abitavamo nella vecchia baita in montagna, che io stesso avevo costruito circa trent’anni prima, in una zona abbastanza isolata, circondata da boschi rigogliosi e distante circa cinque chilometri del centro abitato più vicino. Per combattere la noia, in quei giorni non facevamo altro che mangiare e scolare birre, tanto che i primi effetti di quella dieta ipercalorica cominciavano a manifestarsi, soprattutto all’addome e ai fianchi del sottoscritto, dal momento che non praticavo alcuna attività fisica. Per me, comunque, era come se non esistessero. Non li vedevo proprio.

Il weekend era alle porte e, ritrovandoci piuttosto a corto di viveri, Marco decise di andare a fare un po’ di spesa. Prima della diffusione della pandemia ci andavamo sempre insieme, ogni sabato, ma le restrizioni del governo ora lo vietavano, così decisi di rimanere in casa. Non avevo scelta.

«Papà, hai detto che ti serviva anche uno spazzolino e della schiuma da barba. Giusto?» fece Marco.

«Sì. Prendi anche delle lamette… e ricordati di portare la mascherina, se no al supermercato non ti fanno entrare.»

Mi salutò e se ne andò. Sentii la Ural, la mia vecchia moto dotata di sidecar che da qualche anno ormai guidava solo mio figlio, allontanarsi scoppiettando lungo il sentiero che scendeva a valle. Dal rumore mi resi conto che una candela era da sostituire.

 Ero nella mia camera da letto, al primo piano, intento ad ascoltare una trasmissione di vecchia musica jazz alla radio, quando sentii che la porta d’ingresso, al pianterreno, era stata aperta. Erano passati appena cinque minuti da quando Marco era uscito, così pensai che avesse dimenticato qualcosa e fosse tornato indietro per prenderla. Anche se non mi era sembrato di sentire di nuovo lo scoppiettare della Ural. Immaginai che fosse a causa del pezzo di Dizzy Gillespie che stavo ascoltando a volume alto. Forse, pensai sorridendo, quello sbadato aveva scordato proprio la mascherina che qualche secondo prima di uscire gli avevo raccomandato di portarsi.

Sentii il rumore dei cassetti del mobile all’ingresso che venivano aperti, ma notai due anomalie: la prima era che non si trattava del tocco delicato di mio figlio, la seconda era che al rumore dell’apertura non corrispondeva quello della successiva chiusura, segno che i cassetti erano lasciati aperti. Anche questo era piuttosto strano. Era nostra abitudine richiudere tutto subito. Sì, avrete notato che sono un tipo piuttosto attento a ciò che sento. Vi spiegherete tra poco il perché.

Abbassai il volume della radio e provai a chiamare mio figlio: «Marco, sei tu?»

Non ottenni alcuna risposta, ma i rumori, all’istante, smisero. Qualcuno era entrato a casa mia, ne ero certo, senza chiedere permesso e senza rispondere alla mia domanda. Brutto segno! Cominciai ad allarmarmi, non perché sia un fifone, quanto perché essendo cieco ­– sì, sono diventato cieco da qualche anno, avevo dimenticato di dirvelo – non avrei potuto difendermi come si deve da un’aggressione fisica. Inoltre, temevo per mio figlio, che sarebbe potuto tornare da un momento all’altro.

La prima cosa che feci fu proprio quella di metterlo in guardia. Dopo essermi chiuso nel bagno, gli telefonai e gli sussurrai ciò che temevo: che qualche malintenzionato si fosse introdotto in casa. Gli raccomandai però di non tornare, se non in compagnia dei carabinieri o della polizia e di allertarli immediatamente. Avrei potuto farlo io stesso, lo so, ma temevo che non me ne avrebbero lasciato il tempo. Ora sapevano che in casa c’era qualcuno.

Marco, ascoltando le mie parole, si allarmò in una maniera che non gli avevo mai riscontrato. In genere riusciva a mantenere la calma in ogni situazione. Quella volta, invece, iniziò a balbettare e mi raccomandò di nascondermi, magari nel bagno, e chiudermi a chiave. Gli dissi di sì per farlo stare un po’ più tranquillo; entrambi i suoi suggerimenti, però, sarebbero valsi a poco: il primo perché avevo fatto sapere io stesso all’intruso, o intrusi che fossero, di essere in casa, il secondo perché la porta del bagno della mia stanza e quella della camera stessa erano da sempre sprovviste di chiave. Forse mio figlio non ci aveva mai fatto caso.

Quando staccammo, rimasi qualche secondo immobile, sperando che gli intrusi, accortisi della mia presenza, si fossero dati alla fuga, ma i passi di qualcuno che saliva la scala fecero svanire ogni mia speranza. Tesi l’orecchio ed ebbi la definitiva certezza che si trattasse di più d’una persona. Mi sentii in trappola!

Nonostante tutto, non mi persi d’animo, ma anzi nacque in me proprio in quel frangente la determinazione forte di difendere la mia casa a ogni costo. Sapevo bene che il mio handicap avrebbe reso quell’impresa particolarmente ardua, se non impossibile, considerata anche la mia inferiorità numerica, ma ero al tempo stesso consapevole di disporre di un’arma raffinatissima ed efficace: la mia fantasia, tramite la quale avrei potuto trovare una immediata soluzione. Grazie al mio lavoro di sceneggiatore e romanziere, infatti, avevo a lungo esercitato la mia immaginazione, tanto da renderla pronta e performante alla stregua di un muscolo ben allenato. Così mi diedi subito da fare e iniziai a spremere le meningi. Il colpo di genio, meglio delle mie migliori aspettative, arrivò in un lampo. Passai il polpastrello dell’indice sul ripiano del comò per raccogliere un po’ di polvere – sapevo che in quella stanza non ne mancava – e la cacciai dentro le narici. Corsi verso il mio comodino e recuperai gli occhiali scuri. Li indossai e, senza perdere tempo, afferrai il bastone da cieco. Intanto cominciai ad avvertire il pizzicore al naso. Determinato a portare a termine il mio piano, mi diressi verso il corridoio, stavolta però con calma e senza mostrare segni di agitazione.

Appena aperta la porta, percepii subito le due presenze, a pochi passi da me, che se ne stavano immobili e in silenzio, certamente a fissarmi.

«Marco, sei un bel po’ in ritardo» dissi sorridendo nella loro direzione. «Hai comprato tutto?»

Poi, muovendo il bastone davanti a me alla maniera dei ciechi, lentamente avanzai. Intanto la polvere, cui da sempre sono allergico, provocava in me la reazione che desideravo: sentivo prudere il naso e lo stimolo fortissimo di starnutire, ma mi trattenni.

«Chissà se hai infettato qualcuno al supermercato» dissi mostrando un sorriso malizioso. «Se sapessero che entrambi abbiamo il coronavirus…» A quel punto, assecondando lo stimolo che io stesso avevo provocato, presi a starnutire nella loro direzione.

Il mio comportamento ebbe l’effetto sperato e immediato. Li sentii indietreggiare. Avanzai ancora, continuando a starnutire con vigore e senza pararmi la bocca, fin quando sentii l’inequivocabile trambusto prodotto da qualcuno che precipita dalle scale. Udii imprecare uno di loro, mentre l’altro prese a dirgli: «Andiamocene! Filiamocela che è meglio!»

Sentii la porta d’ingresso che si apriva e la voce di qualcuno che da fuori intimava: «Mani in alto!»

La Polizia e mio figlio erano arrivati qualche istante prima, ma avevano preferito non entrare subito per non mettermi in pericolo. I due balordi, appena si videro circondati e sotto mira, non provarono nemmeno a scappare. Seppi in seguito che alzarono le braccia in segno di resa e s’inginocchiarono.

Oltre alla refurtiva, in parte trafugata proprio dalla mia casa, furono trovati loro addosso due grossi coltelli a serramanico, uno dei quali ancora sporco di sangue. Si scoprì che i due balordi, qualche ora prima, avevano rapinato una baita poco più a valle. Il vecchio proprietario, che aveva avuto la sfortuna di essere in casa, era stato immediatamente accoltellato a morte.

Vi ho spiegato così come il coronavirus, pur senza entrare nel mio corpo, quella volta mi salvò la vita.

 

 

 

Il "Teatro della Salute", del benessere e le "Risate Sanitarie"

La foto di gruppo in basso della soprastante immagine è un take del 26 ottobre 2019

Il teatro della salute (così come si è espresso  il Presidente del Comitato Consultivo Aziendale ASP7 Ragusa, Salvatore Schembari) crediamo si possa anche riassumere nel concetto di #risatesanitarie  che è l’appendice teatrale dei seminari di formazione de “Con il sorriso sulle labbra”. In verità l’idea di Teatro qui è variegata. È il teatro della salute, come formazione del personale e degli operatori sanitari, dal punto di vista dell’approccio al paziente che può beneficiare proprio delle regole e dei principi della cultura teatrale; ma è anche l’intrattenimento non fine a se stesso, dove “da storie di vita vissuta si generi  il benessere sanitario e la speranza viva della guarigione attraverso l’ironia, lo scherzo, la battuta, la musica, il monologo, in una…  il sorriso“. Questo è ciò che abbiamo fatto alla conclusione della due giorni dell’ottobre 2020 portando sul palcoscenico del Circolo Nuovo Ragusa l’esempi o di un format teatrale dal titolo “Risate Sanitarie, tratto dai racconti di medici ed operatori nei giorni dei seminari con il coordinamento artistico dell’attrice Francesca Nunzi.
L’evento formativo “Con il Sorriso sulle Labbra” è stato occasione di incontro e formazione inconsueto e, se vogliamo, singolare in cui la straordinarietà del tema affrontato si piega in più direzioni disponendosi su più contenuti e assumendo altrettanti significati. È stato innanzitutto oggetto di costante interesse di noi tutti, partecipe di spontaneità ed inventiva, pur essendo naturalmente innaturale ai professionisti della sanità, solitamente abituati e spesso stretti in ruoli predefiniti, non facilmente disposti a porsi in gioco. E il gioco, offerto al tavolo formativo e consumato dai noi commensali/discenti è il grande gioco del teatro, del fare e del sentire, del raccontare interpretando, dell’impersonare storie non solo personali, passando terapeuticamente dalla drammaticità al sorriso sulle labbra” (Dr. Riccardo Lantieri – Dirigente Psicologo).
Gli interventi filmati relativi a D.O.C. proposti da OfficinOff di Scicli hanno molto a che fare con la psicologia e la psichiatria, dato che ciò che è stato rappresentato riguarda molti disturbi psichici. Segnaliamo l’intervento della Dr.ssa Valeria Alescio, Psicologa Clinica la quale presente allea serata ha evidenziato come psicologi, psicoterapeuti e gli psichiatri non sono stati assolutamente citati nel corso di tutta la serata, pur parlando, per l’appunto, anche di disturbi psichici (DOC e Sindrome di Tourette). La spiegazione è di carattere tecnico organizzativo in quanto l’intervento in presenza di OfficinOff (poi cancellato perché 6 attori su piccolo palco, con tutti i movimenti scenici che che si accompagnano allo svolgimento della scena potevano comportare qualche problema dal punto di vista dei protocolli Covid) doveva essere preceduto da una presentazione del medesimo, attraverso un monologo, in cui il tema sarebbe stato affrontato con l’inevitabile citazione della categoria. Ci scusiamo per questo malinteso.
 
Quando ero piccolo, mio papà mi portava dal medico per i vari controlli legati all’età. Mi ricordo che da un certo momento in poi il medico cominciò a chiamarmi Robertone. Ogni volta che arrivavamo allo studio del medico o che lui venisse a casa, il suo primo intercalare era… “ciao Robertone!”. E ciao Robertone uno, e ciao Robertone due, io mi resi conto di una cosa, che ogni volta mi faceva sentire ancora più vecchio e un dubbio mi assaliva sempre più spesso. “Ma non è che il mio medico volesse fare il geriatra e non il pediatra????”. Misteri della professione medica, della personalità dei medici. Che poi a pensarci bene, questi medici fanno il giuramento di Ippocrate, giuramento scritto per entrare nella scuola e nell’arte medica, almeno così recitano le fonti. Pare che Ippocrate lo scrisse nel quarto secolo A.C. quando ancora non è che ci si potesse affidare a Nostro Signore per scongiurare qualsiasi problema con il medico,  con le malattie, non so.. diagnosi sbagliate… prescrizioni di medicinali errate… no….. . A quei tempi te la potevi prendere solo con il medico., a parte gli dei, e questo ha generato una capacità di sopportazione nei medici molto blanda. Essa si è via via affievolita nel corso dell’ultimo millennio vessati, i nostri cari medici, dall’ansia tipica del paziente, dalla presunzione assoluta di ogni paziente che sembra sapere sempre più del suo medico. Le storie, credeteci, sono tante, e noi abbiamo riassunto qualcosa così!

La musica di "Con il sorriso sulle labbra"

La musica vuole essere un altro capitolo di “Con il sorriso sulle labbra”. Del resto la musica non è altro che una forma d’arte che ben convive con il Teatro, il Cinema, con l’Arte in generale. I testi qui sotto fanno parte di un primo esperimento musicale con il quale narrare, anche qui, storie di vita connesse con la Sanità. Al momento ci fermiamo qui e vi rimandiamo a quando, ai testi qui sotto, si accompagnerà la musica… e speriamo pure le immagini….. dato che per ora ve ne sta almeno una alquanto bizzarra…. 
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                    Con il sorriso sulle labbra

Eccomi qui seduto da te ho dolori alla pancia perché
forse ho mangiato più del dovuto qualcosa di forte ho bevuto
Qui nel tuo studio si parla di tutto e c’è pure chi è uscito da un lutto
è una litania c’è poca allegria che fa rima con aerofagia
Non mi dire ti prego che questa è la vita, prescrivimi un Ansioten                                                                                    
poi stasera ripassi il tuo prontuario oppure studia la filosofia Zen
Rit. Con il sorriso sulle labbra mi vien voglia di star con te… proctologo… 
con il sorriso sulle labbra vado in coma tre volte al dì
Con il sorriso sulle labbra l’ipercolesterolemia… mi tira su
con il sorriso sulle labbra il day hospital è una SPA…
Poi verso casa ritorno distrutto e non posso mangiare il prosciutto
in tasca il tuo foglio con su scritto il rimedio che mi svuota pure il portafoglio
tu mio caro dottore tu fai come tanti mi curi con l’integratore
lo ricordo senz’ansia io bambino giustificato era il terrore….
Rit.
Con il sorriso sulle labbra mi vien voglia di star con te… proctologo… 
con il sorriso sulle labbra vado in coma tre volte al dì
Con il sorriso sulle labbra l’ipercolesterolemia… mi tira su
con il sorriso sulle labbra il day hospital è una SPA…
… ma cosa è cambiato che cosa è successo adesso mi vieti anche il sesso
la colpa mi dici è di un esserello un virus che attenta al mio…. 
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UOMINI SEMPLICI
(maieroi)
Certo, ci vuole coraggio a vincere sempre e a farlo così, ma noi che non siamo gli eroi di questo tempo audace di questa moda che va, noi che vogliamo  restare sempre uguali a noi stessi con le nostre facce noi con i nostri perché farciti di dubbi e da molti però.
Spesso ad una avventura abbiam detto di no per la nostra paura, ma noi siamo fatti così preferiamo il silenzio ad un giorno di gloria, noi che guardiamo negli occhi chi domani poi spera  in un giorno migliore, e i sogni appesi a un sorriso le mani intrecciate “io ce la farò”
Noi che affrontiamo la notte,  in stanze di luce e di vite al di là noi siamo maschere e visi di cuori a metà Noi, che non siamo guerrieri facciamo soltanto il nostro dovere noi siamo sguardi discreti su corpi distesi
Maieroi
Maieroi
Maieroi
Maieroi
E la sera siamo stanchi ma di che di restare intrappolati in un cliché, pensiamo a un sogno amore mio perché noi siamo quello che siamo, spegniamo la luce e dormiamo con Dio perché noi siamo Uomini semplici (maieroi)

STORY TELLING

                                            A fianco del coraggio

Avevo un appuntamento di lavoro quel giorno. Uscii relativamente presto da casa. Mi pare che in quel periodo Lei fosse in ferie dal lavoro. Quando ritornai mi sembrò strano non trovarla. Rientrò, e il suo viso era rigato da copiose lacrime. Quella mattina qualcosa dentro di lei aveva cominciato a funzionar male e le abbondanti tracce di sangue davanti ai suoi occhi erano ancora vivide nella sua mente. Ci sedemmo, parlammo, mi raccontò. Il medico le aveva subito prescritto quell’odioso esame e i giorni seguenti passarono con un’ unica speranza in testa, che fosse solo un problema temporaneo e non grave. Il giorno dell’appuntamento in ospedale, per quel controllo, si presentò quasi senza soluzione di continuità da quell’ora mattutina tinta di rosso. La diagnosi fu quella che temevamo. Bisognava operare, urgentemente, bisognava tagliare ed asportare, e dopo sarebbe stato necessario un lungo periodo di cura. Fu un susseguirsi di immagini, di flashback, di momenti che mi vedevano con Lei, davanti a un bar mangiando un gelato, giocando a tennis, a correre in palestra, su una spiaggia deserta a godere di un caldo sole ottobrino, sul ponte di una nave, sopra un aereo mentre faceva nervosamente finta di leggere un giornale al rovescio, davanti all’altare, tra gli artisti di Montmartre, ascoltando le note della Turandot dal palco del Bellini. Ricordi che pian piano furono soppiantati da altre immagini, ospedali, sale operatorie, cliniche, terapie debilitanti, consulti, analisi, controlli a cadenza regolare, attese piene di speranza, un nastro che si riavvolgeva e poi ricominciava a scorrere. Tanti anni di vita in cui abbiamo condiviso molteplici momenti di gioie e paure, riflessioni e spensieratezze, di colpe e virtù. Ricordi talmente nitidi che difficilmente dimenticherò, un puzzle d’emozioni in cui l’ultima tessera rivelerà la meta del viaggio che da quel giorno ho voluto condividere insieme a Lei. Adesso è tempo di vivere il presente e di raggiungere quella meta. Di farlo con il sorriso sulle labbra perché non si è mai da soli a combattere l’impari battaglia. Ospedali, cliniche, studi medici, case di cura non sono luoghi in cui avere paura. Sono solo palcoscenici dove io e Lei impariamo a recitare delle parti secondarie, lasciando il ruolo da protagonisti ai medici e alla ricerca, con estrema fiducia. Noi due, lo so, diventeremo vecchi anche grazie a loro.